E' arrivato il momento che noi meridionali concentriamo i nostri sforzi in in direzione Sud.
Chiaro è il fallimento della politica economica nazionale: il Parlamento di Roma è un luogo dove si possono sistemare solo i propri interessi e non per colpa degli eletti.
Chiunque diventi deputato, con tutte le buone intenzioni, non potrà mai azionare provvedimenti per il benessere dei propri elettori.
Le nostre istituzioni centrali vivono in un altro stato, compiono azioni necessarie solo per quello Stato, dimenticando ormai le realtà locali, da cui si vuole solo ricevere .... ma senza dare nulla.
Sicuramente saprete delle ormai inesistenti rimesse dello Stato ai Comuni.
Il fatto incontrovertibile è l'enorme falso ideologico in cui si è caduti rovinosamente:
OGGI gli enti locali non solo devono auto-gestirsi ed auto-finanziarsi per pareggiare i propri bilanci, ma allo stesso tempo, le imposte pagate dai propri concittadini sono incamerate da ROMA ossia vanno all'erario centrale e non agli enti locali.
Con un federalismo attuato a metà, tali imposte non vengono restituiti ai Comuni sotto forma di trasferimenti statali: UN PARADOSSO IRRICEVIBILE.
Quindi la domanda è scontata, secondo voi, come faranno i comuni ad assistere i propri concittadini e a promuovere iniziative per la creazione di imprese SUL TERRITORIO? Con quali soldi potranno dare assistenza alle madri lavoratrici, alle ragazze madri e ai giovani? se da Roma non ritornato i soldi pagati dai conterranei ?
È necessario che le imposte sui consumi come l'IVA restino nella regione in cui beni o i servizi sono stati consumati e non restituite alle regioni in cui sono stati prodotti.
La secessione sud, per la creazione di uno stato federale, infatti ha questa legge nei suoi programmi.
Una netta separazione fiscale delle regioni tra la macro-regione del Sud e Roma.
Non è assolutamente vero che al Sud si consuma più di quello che si produce.
Sono i fatti che lo dimostreranno.
Seguiteci per uscire dalla palude.
0 commenti:
Posta un commento