domenica 3 marzo 2013

La curva di Armey mette in relazione la spesa pubblica e il tasso di crescita del PIL, ed ha anche essa una forma ad U rovesciata.
Molto pericoloso come si vede nel grafico l'aumento della spesa pubblica a fronte di un periodo di recessione:
 una spirale negativa senza ritorno. 
I dati macro-economici diffusi dall'ISTAT il 1° marzo 2013 preannunciano una tempesta perfetta: PIL in recessione a -2,40%, disoccupati aumentati all'11,70%: sono circa 3 milioni; il debito pubblico ha raggiunto il 127% del PIL, spread sopra i 335 punti, borsa in caduta libera.


BISOGNA "AGIRE" IN FRETTA: OCCORRE CON URGENZA UN GOVERNO CHE SIA STABILE, NON IMPORTA SE PROVVISORIO.
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Le nostre idee: partiamo dalle più urgenti.

AGIRE n. 1. TAGLIO DELLA SPESA PUBBLICA NON INDISCRIMINATO.

Il nostro primo problema é quello di "ridurre il carico fiscale ed il cuneo contributivo", per rilanciare i consumi e riprendere la crescita.

Voglio fare il contrario, partire da un'idea di riduzione della spesa pubblica per quantificare il recupero effettivo realizzabile, e successivamente con le risorse recuperate stabilire il quantum dell'abbassamento del cuneo contributivo e delle aliquote IRPEF; altrimenti parlerei del nulla! proponendo ad esempio l'abbassamento di 2 punti delle aliquote IRPEF, per cui occorrono circa 20 miliardi di euro all'anno, non sapendo dove prendere o recuperare le risorse occorrenti.

Come recuperare quindi  risorse finanziarie - ai fini della urgente riduzione del carico fiscale - dal taglio della spesa pubblica che ricordo ammonta a circa 800 miliardi di euro all'anno?:


1) Agire sui prezzi di acquisto dei servizi da parte degli enti pubblici e delle aziende statali come la sanitá.
Il prezzo per l'acquisto delle merci e dei servizi esterni deve essere fissato da una "tabella ministeriale" in cui ogni singolo prodotto o servizio deve avere un tetto massimo di prezzo, quale costo unitario tabellare - calcolato sulla base dei prezzi praticati sul mercato".

Le ASL devono acquistare quel singolo prodotto o servizio al prezzo stabilito dalla tabella ministeriale, valida per tutta Italia, quale tetto massimo di "costo unitario" che ovviamente potrà essere anche minore.

Le ASL dovranno avere una perfetta gestione del magazzino, non solo dei prodotti medicali ma anche di tutte le altre merci, come le derrate alimentari, che dovranno avere una contabilità di magazzino in entrata e in uscita per singoli prodotti e quantità.

E' una misura che si può metter in atto immediatamente  e si possono recuperare almeno 5 miliardi l'anno, solo dalla sanità.


La spending review introdotta da Monti, indiscriminata, in quanto ha prodotto tagli lineari, ha creato solo danno allo stato sociale, togliendo risorse all'assistenza ai più deboli (vedi i ticket sanitari) e lasciando la spesa per altre voci che sono assolutamente sprechi inutili.

Agendo invece con maggiore puntualità sul costo degli acquisti di prodotti e servizi esterni si potrebbe avere una riduzione della spesa pubblica in maniera indolore per l'assistenza sanitaria resa al singolo cittadino.

Voglio sottolineare che se ogni euro della spesa pubblica sarebbe ben impiegato effettivamente per ciò che è stato destinato, non avremmo alcun problema di ritorno di gettito.

Questo vale sia per gli impieghi di denaro pubblico a fini assistenziali che a fini produttivi.

E' il principio del costo per opportunità.

Facendo degli esempi:
1) Se un dipendente comunale addetto all'ufficio Commercio - che ci costa 30.000 euro all'anno - non fosse ad esempio un assenteista, potrebbe velocizzare la creazione di imprese che hanno bisogno delle autorizzazioni comunali.
I ritardi che questo funzionario causa all'attivazione delle aziende del suo territorio chiaramente, per conseguenza, causa anche "ritardi nel ritorno allo Stato del suo costo" in termini di gettito fiscale.
"I 30.000 euro spesi per lo stipendio del Funzionario in questo caso, non hanno prodotto un ritorno di gettito almeno uguale all'esborso del suo stipendio".

 2) Se un Primario dell'Asl, è un ottimo e serio medico, che studia e si aggiorna su ogni possibile terapia da praticare ai pazienti, potrebbe prevenire ad un ospedalizzato una malattia mortale, e quindi salvargli la vita. 
In questo caso lo Stato recupera almeno 3 volte la spesa per il suo stipendio:
a) Prima di tutto ha salvato una vita umana; 
b) Ha prevenuto la mancanza di una forza lavoro per il Paese e per la sua famiglia (di cui si avrebbe dovuto far carico lo Stato tramite l'INPS);
b) Ha fatto risparmiare, in caso di terapia preventiva errata,  le risorse occorrenti per l'assistenza sanitaria successiva alla gravità del paziente.

Quindi come detto prima se ogni euro - degli 800 miliardi di spesa pubblica - fossero spesi per dipendenti seri, per spese vere, ed in generale per ciò a cui sono destinati, non ci sarebbero sprechi e lo Stato avrebbe un ritorno di gettito di molto superiore alla spesa pubblica stessa: 

E' IL PRINCIPIO DEL COSTO PER OPPORTUNITA', CHE NON PER FORZA DEVE ESSERE L'INVESTIMENTO PRODUTTIVO DA PARTE DELLO STATO, PUO' ESSERE ANCHE COME DETTO PRIMA, UNA BUONA ASSISTENZA MEDICA.

Per ogni maggiore spesa pubblica (come la riduzione ad esempio del cuneo fiscale) occorre individuare "prima le risorse" e poi stanziare le somme; è inutile promettere misure di cui non si hanno le coperture certe.

 Ma oltre alla singola spesa ed alla relativa copertura, bisogna sempre avere uno sguardo al bilancio nel suo complesso per verificare se altri capitoli di spesa non aumentino senza controllo.

Il rigore di bilancio deve essere "il minimo comun denominatore" di ogni AZIONE di Governo....

Questa è la mia idea di riduzione della spesa pubblica:

ELIMINARE CON PARSIMONIA ED ATTENZIONE GLI SPRECHI ED I COSTI CHE NON CREANO OPPURTINITA' POSITIVE ALLO STATO.

La cosa più semplice che io farei è come detto stabilire un tariffario unico per tutto il Paese, e per ogni Ente pubblico, in cui analitcamente sarebbe determinato il tetto massimo di "costo unitario" per un determinato prodotto o servizio acquistato dallo stesso Ente Statale.

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